UJ4Kids: il progetto | Umbria Jazz
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UJ4Kids: il progetto

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UJ4KIDS 

Ad un anno esatto dalla costituzione della Federazione Italiana del Jazz Umbria Jazz propone alla città di Perugia un evento simbolico per sancire la adesione sostanziale del Festival al primo punto programmatico fissato dal neonato organismo nazionale in accordo con il MIBAC, che è quello di compiere azioni strutturali per introdurre il Jazz nelle scuole di ogni ordine e grado.

La Fondazione Umbria Jazz di concerto con la Regione Umbria e con l’Istituto Comprensivo 2 di Perugia sta attivando, per la prossima Primavera, un percorso didattico e sperimentale di tre mesi che farà da prologo alla realizzazione di una intera sezione del Festival di luglio dedicata ai bambini, in forma di laboratori ed intrattenimento esperienziale.

Giovedì 21 febbraio,  a partire dalle 10.00, i bambini delle scuole primarie Montessori/Ciabatti e Silone, ospiti dell’Aula Musica della Scuola Materna Santa Croce, partner della iniziativa, verranno calati nell’immaginario del Jazz attraverso la musica proposta dal collettivo Duke’s Trumpet guidato da Mirco Rubegni, docente del Conservatorio Morlacchi di Perugia e membro dei Funk-Off che da anni sono testimonial itineranti di Umbria Jazz, e un racconto immersivo proposto da musicisti ed esperti di didattica musicale;

Alle ore 12.00 presso il salone d’Onore di  Palazzo Donini, sede della Giunta Regionale, si terrà una conferenza stampa in cui Fondazione UJ e Regione Umbria presenteranno i punti programmatici del progetto in essere ed introdurranno le ospiti Sonia Peana e Catia Gori, relatrici del progetto “Il Jazz va a scuola” presso la Federazione Italiana del Jazz e fondatrici della omonima Associazione di fresca costituzione, che sta fa facendo da supporto per la messa a punto del progetto UJ4KIDS, per illustrare sinteticamente la metodologia e gli obiettivi del loro lavoro.

UJ4KIDS

PREMESSA PROGETTUALE

Che i linguaggi musicali possano essere introdotti nella didattica fin dall’infanzia e dalla età pre-scolastica è cosa nota e riconosciuta. Il suono e gli strumenti musicali, in particolare, da sempre sono considerati un modo per attirare l’attenzione del bambino. Da qui a creare dei veri e propri percorsi di avviamento e avvicinamento alla musica ed a determinati generi musicali ce ne corre e la cosa va di pari passo con le metodologie di insegnamento che variano da un istituto all’altro e da un docente all’altro.

Il Jazz in particolare ha faticato non poco ad essere riconosciuto come patrimonio musicale anche dell’Italia, patria del “belcanto” e della tradizione lirica e melodica: oggi finalmente è considerato anche a livello ministeriale e dunque di Pubblica Istruzione come un linguaggio fondamentale della cultura contemporanea.

Già da qualche anno si sono affermati progetti pilota di grande interesse e riscontro finalizzati alla conoscenza ed alla diffusione di questa musica a livello di educazione scolastica primaria e secondaria.

Con la sperimentazione e la messa a punto di buone pratiche, riconosciute anche ad alto livello, si è dimostrato che il Jazz forse anche più di altri linguaggi musicali può diventare un grande veicolo di avvicinamento se non di attrazione verso la musica suonata, ancora di più se “musica d’insieme”, in quanto è il linguaggio musicale “dinamico” ed “elastico” per antonomasia.

Fattori come la emotività e la creatività (è una musica che si può suonare senza spartito), come la gestualità e l’esercizio motorio (è una musica che può essere suonata in movimento o che può tradursi in movimento performativo o estremamente fisico dove anche il proprio corpo può essere strumento) rendono il Jazz un linguaggio intrigante anche per chi non sa leggere la musica.

Ci sono laboratori specifici per bambini di tenera età tenuti da jazzisti che invitano a tradurre in musica la gestualità primitiva e la cosiddetta “body percussion” (parti del corpo usate come strumento) oppure che utilizzano le tecniche del riciclo o dell’uso creativo per creare strumenti musicali (da cartoni e pentole usati come strumenti a percussione a foglie o fogli di carta usati come ance di un immaginario strumento a fiato).

Ci sono esperimenti consolidati di “piedibus sonante” (ovvero una camminata all’aria aperta accompagnata dall’utilizzo di strumenti musicali appropriati a tale uso, come le “marchin’ bands” nel Jazz tradizionale).

Il Jazz può arrivare al bambino anche in associazione con altre forme espressive, di intrattenimento o di narrazione: ad esempio, tutti i cartoni animati prodotti nel secolo scorso usavano forme di Jazz orchestrale come colonna sonora; si è sperimentato l’avvicinamento dei bambini al Jazz attraverso i video-giochi,  il fumetto o la letteratura (le stesse vite dei musicisti delle origini ed il racconto della redenzione o del riscatto sociale da loro ottenuti attraverso la musica possono essere un veicolo di promozione della stessa).

In qualche modo il Jazz può diventare nella didattica la metafora perfetta della vita nonchè dell’intelligenza:

questa musica invita ad improvvisare, ma puoi farlo solo se hai studiato mettendo a frutto le tue nozioni, anche quelle di base, per creare piuttosto che per riprodurre fedelmente uno schema prestabilito.

La quotidianità, fatta di gesti, rumori, suggestioni, può diventare la fonte per improvvisare e creare.

In qualche modo il Jazz può diventare nella didattica uno strumento di inclusione eccezionale: è stato, alle sue origini, un veicolo perfetto e inarrestabile di superamento delle barriere e dei pregiudizi razziali.

Oggi, quindi, può diventare un simbolo della multi-culturalità, della solidarietà e del senso di comunità ed un antidoto alle degenerazioni della società dei nostri giorni; dunque, esso può tradursi in una sinfonia di voci plurali per una società del futuro migliore ed egualitaria.

Inoltre, se compreso e veicolato, in quanto tale, può essere uno strumento di coinvolgimento anche delle famiglie, pur in assenza di una adeguata formazione culturale al riguardo.

Aderendo in pieno alle indicazioni del MIBAC e nel segno di una tradizione ormai trentennale di dedizione all’alta formazione nel Jazz (attraverso la partnership di lungo corso con la prestigiosa Berklee School di Chicago), la Regione Umbria attraverso Umbria Jazz può e deve muoversi in questa direzione per la programmazione culturale e didattica degli anni futuri andando a colmare un “gap” che in alcune regioni italiane all’avanguardia è già stato in parte recuperato.

Ciò può avvenire attraverso l’avviamento di una sperimentazione nell’ambito del Festival di laboratori e forme di intrattenimento dedicate anche alle fasce più giovani (non più solo i giovani già avviati allo studio della musica o diplomati, ma anche alcuni target precisi come l’infanzia o le fasce interessate dalla istruzione primaria) e l’attivazione di un processo a medio termine (2/3 anni come minimo) per introdurre il jazz nelle scuole.

Per la sua storia e la sua vocazione territoriale Umbria Jazz come entità può rappresentare per il territorio regionale il soggetto promotore di pratiche innovative di didattica musicale al fianco ed in coordinamento con le autorità scolastiche regionali, con gli istituti di tutti i gradi dove sono già attive pratiche di avviamento alla musica (medie e licei musicali, istituti d’arte, corsi sperimentali) e con le strutture private già operanti in questo senso. Altresì può fungere, in quanto Festival, da terminale, vetrina, altoparlante per una serie di buone pratiche che nel lungo periodo potrebbero attivarsi nel territorio (ad es. la creazione di una “marchin’ band” o di una orchestra giovanile del Jazz).

 

UJ4KIDS

FINALITA’

L’evento in programma presso la Scuola Materna Santa Croce, che da anni si distingue per metodologie didattiche perfettamente in aderenza con quanto illustrato sopra, funge da lancio per il progetto UJ4KIDS.

Si tratta del primo passo utile a costruire le linee guida del progetto stesso che andranno poi a comporsi nel tempo con le seguenti modalità:

  • Attivazione di un percorso trimestrale di avvicinamento al Jazz, attraverso esperienze di racconto, ascolto, e musica d’insieme, da tenersi presso le scuole primarie Montessori/Ciabatti e Silone;
  • Estensione a tutti gli istituti del territorio di un invito a partecipare ad alcune iniziative propedeutiche che Umbria Jazz avvierà in un’area espressamente dedicata nel corso della edizione 2019 del Festival, sotto forma di spettacoli dedicati, laboratori, guide all’ascolto, ecc.;
  • Messa a punto di alcune possibili forme di credito formativo da estendere agli allievi delle scuole di qualunque grado che prenderanno parte alle attività sperimentali previste nell’ambito di UJ2019;
  • Individuazione di alcuni degli istituti del territorio (scuole materne, primarie, medie e secondarie) come potenziali partner del Festival per l’avviamento di un percorso didattico sperimentale da tenersi nel biennio 2019/2021.

Per la costruzione di questo percorso nel medio e lungo termine UJ dovrà di concerto con gli organi regionali competenti mettere a punto una pianificazione del lavoro che tenga presente anche il problema della carenza di risorse (umane e materiali) in cui versano le strutture scolastiche.

A tale scopo Umbria Jazz sta creando al suo interno un Team di lavoro che consta di alcuni profili ritenuti necessari e funzionali al raggiungimento degli obiettivi con musicisti ed esperti di didattica musicale.

Per il 2019, oltre alla giornata propedeutica da tenersi entro l’inverno si è pensato alla ideazione di un format sperimentale ispirato ad esperienze già in atto in altre manifestazioni in Italia e nel mondo da proporre in occasione del Festival di luglio e che comprende due percorsi paralleli e complementari:

  • la proposta di alcuni spettacoli pensati per una platea molto giovane e costruiti in forma di fiabe o racconti animati con temi in qualche modo affini alla musica Jazz e con l’ausilio di attori, animatori e musicisti professionisti;
  • la proposta di alcuni laboratori finalizzati all’avvicinamento al mondo dei suoni e degli strumenti musicali ed alla sensibilizzazione al linguaggio del Jazz attraverso il gioco, la gestualità, il riciclo di oggetti della quotidianità, la creatività, la improvvisazione musicale fatta con la voce, il corpo, e strumenti musicali artigianali, la conoscenza degli strumenti musicali tradizionali.

È altresì previsto che nel corso della manifestazione si vada a presentare il risultato concreto di una “buona pratica” in arrivo dall’Umbria o da altre parti d’Italia (ad es. un ensemble, un coro o una orchestra giovanile) che possa fungere da modello per il processo formativo da mettere in atto.

A partire dall’anno scolastico 2019/2020, invece, è in programma l’avviamento di un percorso didattico sperimentale che potrebbe partire contemporaneamente in via sperimentale in istituti di grado diverso (una materna, una primaria, una media ed una secondaria) con forme di avvicinamento e didattica gradualmente più specifiche e l’obiettivo di arrivare nel medio termine (magari già al termine della prima annualità) alla creazione di una formazione musicale stabile da far crescere all’interno del Festival e al fianco di docenti e musicisti professionisti (una orchestra giovanile di Umbria Jazz che magari potrebbe avere la conformazione della “marchin’ band” che ha reso popolare il Festival in tutto il mondo e, perchè no, divenirne la futura “testimonial” al fianco dei Funk Off che oggi ne portano in qualche modo il testimone).

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